IL SEGRETO DELLA GIOCONDA (2021)
Opéra Comique in quattro quadri
Libretto di Monica Sanfilippo
Musica di Luigi De Filippi
Opéra Comique in quattro quadri
Libretto di Monica Sanfilippo
Musica di Luigi De Filippi
personaggi
Gioconda, cantatrice - soprano
Napoleone Bonaparte - tenore
Papa Pio VII - basso
Comandante Lafont - baritono
Elisa Bonaparte Baciocchi - soprano
Niccolò Paganini - baritono
Venere - mezzosoprano
Cupido - tenore
Endimione - baritono
L'Uomo in Rosso - danzatore
Luigi - attore
Napoleone Bonaparte - tenore
Papa Pio VII - basso
Comandante Lafont - baritono
Elisa Bonaparte Baciocchi - soprano
Niccolò Paganini - baritono
Venere - mezzosoprano
Cupido - tenore
Endimione - baritono
L'Uomo in Rosso - danzatore
Luigi - attore
Un'iscrizione divenuta melodramma
“C’è una lastra di marmo a terra…” Tutto è partito da un ritrovamento, durante i lavori di costruzione del Teatro del Giardino Segreto, di proprietà dell’Associazione Culturale OperaExtravaganza a Vetralla (VT): si trattava di una lastra di marmo, semisepolta dalla terra, che dopo un lavoro di pulizia ha portato alla luce un’iscrizione del 1808. L’iscrizione ricordava che il Pontefice Pio VII aveva ordinato la costruzione di un ponte nelle vicinanze.
Pio VII – 1808… la memoria corre immediatamente all’anno dopo, quando il Papa fu portato prigioniero in Francia per volere di Napoleone (o forse, chissà, per un ordine frainteso), passando quindi a pochi metri dal suo ponte, sull’antica Via Cassia. In più, di Napoleone ricorrono quest’anno i duecento anni dalla morte… La cosa si faceva intrigante.
La nostra sfida – La sfida, per una compagnia musicale e lirica come OperaExtravaganza, era quella di realizzare un’opera partendo da questi interessantissimi intrecci storici: i personaggi altisonanti non mancavano, né mancavano le strade sopra le quali farli muovere, prime fra tutte la storica Via Cassia e la vibrante Via Francigena, percorso antichissimo dei pellegrini che scendevano da Canterbury, passando per la Francia, per giungere a Roma.
Creando una storia… - La Storia, dunque, c’era già, ora andava creata la storia con la “s” minuscola, ovvero la trama; come sempre nell’opera, la fantasia viene in aiuto: una situazione teatrale qui, un episodio romantico là… Così, si è materializzata la vicenda di un malinteso del quale è vittima un militare francese addetto alle requisizioni di opere d’arte italiane. Per sbaglio, invece di un capolavoro di Leonardo Da Vinci, porta in Francia una bellissima donna, la Primadonna di una compagnia lirica. Nel suo viaggio verso nord, la bella Gioconda incontra a Lucca il leggendario virtuoso Niccolò Paganini, per poi essere presentata al cospetto dell’imperatore, ed infine essere rinchiusa nello stesso castello nel quale era prigioniero il Papa.
Opéra Comique – Il tono dell’opera è per lo più leggero: la denominazione francese vuol dire che non rientra appieno né nella categoria dell’operetta, né in quella del musical. Anche in presenza di personaggi di tale importanza la protagonista resta Gioconda, e soprattutto il suo essere artista. Anzi, si può dire che la protagonista della nostra opera sia l’Arte, il suo essere in qualche modo immortale, e il suo uscire illesa da qualsiasi cataclisma della storia.
descrizione
Il Segreto della Gioconda è un’opera di fantasia, un’opéra comique, basata però su solidi fatti storici. Si svolge nel 1809, quando il Papa Pio VII venne fatto prigioniero e portato in Francia. In quegli anni, sulla stessa direttrice che costeggiava la Via Francigena, passavano anche i convogli contenenti opere d’arte requisite da Napoleone e destinate a Parigi.
L’azione inizia con il Comandante Lafont, incaricato delle requisizioni a Roma, tratto in inganno dal suo luogotenente italiano, il quale gli fa credere che questa Gioconda, di cui ha sentito tanto parlare senza sapere cosa sia, non è un vaso etrusco o una statua romana, bensì una donna bellissima, primadonna di una compagnia di teatranti; il nome di questa giovane artista è, appunto, Gioconda.
Durante la recita a Vetralla, allestita per celebrare l’inaugurazione di un ponte voluto da Pio VII, Gioconda viene rapita da Lafont e portata verso nord. Una tappa è a Lucca, alla Villa Reale di Marlia, residenza di Elisa Bonaparte, dove si trova il leggendario violinista Niccolò Paganini, direttore musicale della principessa. Gioconda e Niccolò hanno un inizio di flirt, interrotto bruscamente dall’arrivo congiunto di Elisa e del compagno di Gioconda, che, travestito da dottore, sta cercando di liberarla.
L’azione continua a Besançon, sempre sulla Via Francigena, dove Gioconda, ancora prigioniera di Lafont, viene presentata a Napoleone. Quest’ultimo si accorge subito del grossolano errore in cui è caduto il militare, e lo manda via in malo modo. Nello stesso castello è prigioniero anche il Papa, che fa la conoscenza della giovane prima che giunga Napoleone, con il quale ha un burrascoso scambio di vedute. L’azione si scioglie, a mo’ di Commedia dell’Arte, con i commedianti che prendono commiato dal pubblico cantando tutti insieme.
I fatti storici sono rispettati (con le dovute licenze legate a un’operetta), in quanto il ponte voluto da Pio VII è stato costruito nel 1808 a Vetralla, vicino Viterbo (c’è ancora la lapide commemorativa nel Teatro del Giardino Segreto dell’Associazione OperaExtravaganza), il Papa effettivamente fu portato verso la Francia nel 1809, Paganini era in quegli anni direttore musicale, nonché amante, di Elisa Baciocchi, e Napoleone ebbe incontri burrascosi con Pio VII. Infine, l’opinione erronea che la Gioconda fosse stata requisita da Napoleone era abbastanza diffusa in Italia, ed è quasi arrivata ai giorni nostri.
L’azione inizia con il Comandante Lafont, incaricato delle requisizioni a Roma, tratto in inganno dal suo luogotenente italiano, il quale gli fa credere che questa Gioconda, di cui ha sentito tanto parlare senza sapere cosa sia, non è un vaso etrusco o una statua romana, bensì una donna bellissima, primadonna di una compagnia di teatranti; il nome di questa giovane artista è, appunto, Gioconda.
Durante la recita a Vetralla, allestita per celebrare l’inaugurazione di un ponte voluto da Pio VII, Gioconda viene rapita da Lafont e portata verso nord. Una tappa è a Lucca, alla Villa Reale di Marlia, residenza di Elisa Bonaparte, dove si trova il leggendario violinista Niccolò Paganini, direttore musicale della principessa. Gioconda e Niccolò hanno un inizio di flirt, interrotto bruscamente dall’arrivo congiunto di Elisa e del compagno di Gioconda, che, travestito da dottore, sta cercando di liberarla.
L’azione continua a Besançon, sempre sulla Via Francigena, dove Gioconda, ancora prigioniera di Lafont, viene presentata a Napoleone. Quest’ultimo si accorge subito del grossolano errore in cui è caduto il militare, e lo manda via in malo modo. Nello stesso castello è prigioniero anche il Papa, che fa la conoscenza della giovane prima che giunga Napoleone, con il quale ha un burrascoso scambio di vedute. L’azione si scioglie, a mo’ di Commedia dell’Arte, con i commedianti che prendono commiato dal pubblico cantando tutti insieme.
I fatti storici sono rispettati (con le dovute licenze legate a un’operetta), in quanto il ponte voluto da Pio VII è stato costruito nel 1808 a Vetralla, vicino Viterbo (c’è ancora la lapide commemorativa nel Teatro del Giardino Segreto dell’Associazione OperaExtravaganza), il Papa effettivamente fu portato verso la Francia nel 1809, Paganini era in quegli anni direttore musicale, nonché amante, di Elisa Baciocchi, e Napoleone ebbe incontri burrascosi con Pio VII. Infine, l’opinione erronea che la Gioconda fosse stata requisita da Napoleone era abbastanza diffusa in Italia, ed è quasi arrivata ai giorni nostri.