La locanda dell'opera
un Pasticcio
i personaggi
La Locanda dell’Opera è un Pasticcio, denominazione settecentesca che descrive il riutilizzo di arie famose da varie opere, tenute insieme da un nuovo libretto e formanti così un nuovo melodramma. La caratteristica di un Pasticcio è, appunto, che risulta al tempo stesso nuovo ma familiare; in più, un’altra convenzione di questa forma di spettacolo è di ribaltare completamente alcune atmosfere: tragiche in origine, diventano nel Pasticcio decisamente comiche.
I personaggi della Locanda sono dei buffi “personaggi in cerca di Autore”, sospesi nello spazio-tempo, prigionieri di un incantesimo che li vuole destinati a ripetere sé stessi all’infinito. Incapaci di uscire dai loro costumi teatrali e dai loro contesti storici e geografici, si trovano – senza veramente trovarsi – in una locanda, accolti da un elusivo Locandiere e lì convocati da un fantomatico impresario che desidera ingaggiarli per una nuova opera.
Violetta Valery – È la Traviata dell’intramontabile opera di Verdi.
Nell’originale – Una delle figure più adorate del teatro musicale di tutti i tempi, Violetta è tratteggiata da Giuseppe Verdi come donna cinica e dallo charme irresistibile. Capace di tenere gli uomini al laccio senza che il suo cuore ceda a nessuno, si prende gioco di chi vaneggia del Vero Amore finché non viene travolta dal sentimento che prova per Alfredo Germont. Quando comincia a credere che una vera storia d'amore sia dopo tutto possibile, ecco che si abbatte su di lei la nemesi della disapprovazione sociale, la condanna per il suo passato, e, in ultimo, la tisi che ne mina la fibra.
Nella Locanda dell’Opera – nel Pasticcio tutti i personaggi amplificano un po’ le loro caratteristiche originali, e così la nostra Violetta è una cantante altera, sussiegosa, abbigliata in grande toilette, e che pretende tutti i privilegi concessi a una primadonna; un po’ divertita e un po’ inorridita, si guarda intorno e scopre che le altre donne in scena non hanno la più pallida idea di cosa significhi avere stile…
Rosina – Dal Barbiere di Siviglia di Rossini.
Nell’originale – Nel capolavoro di Rossini, Rosina è una ragazza in fiore, affidata alla tutela dell’anziano Don Bartolo. Il cuore della fanciulla palpita per Lindoro, che lei crede un giovane povero ma che in realtà è il conte di Almaviva. Mite e accomodante, quando le salta la mosca al naso sa essere molto ma molto determinata!
Nella Locanda dell’Opera – La nostra Rosina è piuttosto simile al suo originale rossiniano, eccetto che nel Pasticcio le buone maniere sono solo un ricordo: chi le si avvicina troppo rischia di prendere un ceffone!
Musetta – Dalla Bohème di Puccini.
Nell’originale – Nella Bohème Musetta è una giovane donna, di bell’aspetto e di modi spicci. Non avendo altre risorse che le sue belle fattezze è portata a fare calcoli, ma mostra il suo cuore generoso nel momento di aiutare Mimì nell’epilogo del dramma.
Nella Locanda dell’Opera – La nostra Musetta ha una bellezza provocante, un po’ pacchiana, un tantino sopra le righe nel vestire e nel comportarsi.
Cherubino – Dalle Nozze di Figaro di Mozart
Nell’originale – Cherubino, adolescente continuamente turbato dalle donne, è il vero motore del capolavoro di Mozart, quello che dà ritmo e verve a tutta l’opera.
Nella Locanda dell’Opera – Qui Cherubino perde buona parte della poesia e della delicatezza che le penne geniali dell’accoppiata Da Ponte/Mozart gli hanno dato. Nella Locanda è diventato un adolescente sporcaccione che sfoglia giornaletti sconci e non riesce a stare fermo con le mani.
Conte Danilo – dalla Vedova Allegra di Lehar
Nell’originale – Il Conte della Vedova Allegra è un bon viveur, in apparenza superficiale e noncurante ma in realtà dotato di senso del dovere nei confronti della sua patria e, soprattutto, innamorato cotto della bella vedova.
Nella Locanda dell’Opera – Nella nostra trasposizione Danilo è svampito, vanitoso e tutto preso da se stesso. Regolarmente fraintende quello che si sta dicendo e, distrattamente, fa il galante con ogni donna che incontra.
Don Giovanni – dall’opera omonima di Mozart
Nell’originale – Che dire di Don Giovanni che non sia già stato detto? Fiumi di inchiostro sono stati impiegati per scrivere di tutto. Va detto che nel corso dell’opera di Mozart lui corre dietro a tutte le gonnelle ma non gliene va bene una.
Nella Locanda dell’Opera – Nel nostro Pasticcio fa… il Don Giovanni. All’inizio fa la corte a Violetta Valery (che non sembra apprezzare), poi si guarda intorno, cercando la giusta conquista da aggiungere al famoso Catalogo.
Figaro – protagonista del Barbiere di Siviglia:
Nell’originale - Barbiere, cerusico, faccendiere e tant’altro, Figaro è il cosiddetto prezzemolo di ogni minestra: non ci sono matrimoni se non fa lui da tramite, non si fanno affari se non c’è lui a concordare la stretta di mano.
Nella Locanda dell’Opera – Il nostro Figaro è un andaluso, si aggira con la chitarra e ogni tanto dà sfoggio di Cante Flamenco. E’ anche il braccio destro del fantomatico impresario, quello che dovrebbe ingaggiare i cantanti per l’altrettanta fantomatica nuova opera.
Rigoletto – dall’opera omonima di Verdi.
Nell’originale – Ci sono pochi personaggi del mondo lirico che hanno un destino più tragico di Rigoletto: è un giullare deforme che, per contratto, deve crudelmente farsi beffe degli ospiti del Duca di Mantova. La sua lingua velenosa gli attrarrà la maledizione.
Nella Locanda dell’Opera – Un Pasticcio non può far altro che scambiare la maschera della tragedia con quella della commedia: quindi, Rigoletto diventa il cuoco della Locanda e, ossessionato dal Duca di Mantova, lo vede in ogni tenore che si fa bello con qualche fanciulla; ne fa le spese il povero Conte Danilo.
Germont padre – dalla Traviata,
Nell’originale – Giorgio Germont è l’emblema di una borghesia di ristrette vedute che, pur pensando di far bene, giudica, condanna e infine distrugge la vita di chi viene reputato un peccatore.
Nella Locanda dell’Opera – Anche per Germont si applica lo specchio deformante della satira. Provenzale e provinciale, è abbigliato con colori male assortiti e ha modi volgarotti. Ostile a chiunque mostra felicità e disinvoltura, censura e catechizza tutti quelli che gli capitano a tiro.
Il Locandiere – oste, macchiettista e spirito teatrale.
Il Locandiere è il personaggio originale dell’opera: dapprima semplice oste della locanda, destinatario delle lettere dell’immaginario impresario, lentamente si mostra per quello che è, uno Spirito Teatrale che, citando Pirandello, spiega ai cantanti e al pubblico che il teatro d’opera è tutto un credere, illudersi, immaginare. E' un attore ma, a un certo punto dell'opera, canta una Macchietta un po’ alla maniera di Petrolini.
I personaggi della Locanda sono dei buffi “personaggi in cerca di Autore”, sospesi nello spazio-tempo, prigionieri di un incantesimo che li vuole destinati a ripetere sé stessi all’infinito. Incapaci di uscire dai loro costumi teatrali e dai loro contesti storici e geografici, si trovano – senza veramente trovarsi – in una locanda, accolti da un elusivo Locandiere e lì convocati da un fantomatico impresario che desidera ingaggiarli per una nuova opera.
Violetta Valery – È la Traviata dell’intramontabile opera di Verdi.
Nell’originale – Una delle figure più adorate del teatro musicale di tutti i tempi, Violetta è tratteggiata da Giuseppe Verdi come donna cinica e dallo charme irresistibile. Capace di tenere gli uomini al laccio senza che il suo cuore ceda a nessuno, si prende gioco di chi vaneggia del Vero Amore finché non viene travolta dal sentimento che prova per Alfredo Germont. Quando comincia a credere che una vera storia d'amore sia dopo tutto possibile, ecco che si abbatte su di lei la nemesi della disapprovazione sociale, la condanna per il suo passato, e, in ultimo, la tisi che ne mina la fibra.
Nella Locanda dell’Opera – nel Pasticcio tutti i personaggi amplificano un po’ le loro caratteristiche originali, e così la nostra Violetta è una cantante altera, sussiegosa, abbigliata in grande toilette, e che pretende tutti i privilegi concessi a una primadonna; un po’ divertita e un po’ inorridita, si guarda intorno e scopre che le altre donne in scena non hanno la più pallida idea di cosa significhi avere stile…
Rosina – Dal Barbiere di Siviglia di Rossini.
Nell’originale – Nel capolavoro di Rossini, Rosina è una ragazza in fiore, affidata alla tutela dell’anziano Don Bartolo. Il cuore della fanciulla palpita per Lindoro, che lei crede un giovane povero ma che in realtà è il conte di Almaviva. Mite e accomodante, quando le salta la mosca al naso sa essere molto ma molto determinata!
Nella Locanda dell’Opera – La nostra Rosina è piuttosto simile al suo originale rossiniano, eccetto che nel Pasticcio le buone maniere sono solo un ricordo: chi le si avvicina troppo rischia di prendere un ceffone!
Musetta – Dalla Bohème di Puccini.
Nell’originale – Nella Bohème Musetta è una giovane donna, di bell’aspetto e di modi spicci. Non avendo altre risorse che le sue belle fattezze è portata a fare calcoli, ma mostra il suo cuore generoso nel momento di aiutare Mimì nell’epilogo del dramma.
Nella Locanda dell’Opera – La nostra Musetta ha una bellezza provocante, un po’ pacchiana, un tantino sopra le righe nel vestire e nel comportarsi.
Cherubino – Dalle Nozze di Figaro di Mozart
Nell’originale – Cherubino, adolescente continuamente turbato dalle donne, è il vero motore del capolavoro di Mozart, quello che dà ritmo e verve a tutta l’opera.
Nella Locanda dell’Opera – Qui Cherubino perde buona parte della poesia e della delicatezza che le penne geniali dell’accoppiata Da Ponte/Mozart gli hanno dato. Nella Locanda è diventato un adolescente sporcaccione che sfoglia giornaletti sconci e non riesce a stare fermo con le mani.
Conte Danilo – dalla Vedova Allegra di Lehar
Nell’originale – Il Conte della Vedova Allegra è un bon viveur, in apparenza superficiale e noncurante ma in realtà dotato di senso del dovere nei confronti della sua patria e, soprattutto, innamorato cotto della bella vedova.
Nella Locanda dell’Opera – Nella nostra trasposizione Danilo è svampito, vanitoso e tutto preso da se stesso. Regolarmente fraintende quello che si sta dicendo e, distrattamente, fa il galante con ogni donna che incontra.
Don Giovanni – dall’opera omonima di Mozart
Nell’originale – Che dire di Don Giovanni che non sia già stato detto? Fiumi di inchiostro sono stati impiegati per scrivere di tutto. Va detto che nel corso dell’opera di Mozart lui corre dietro a tutte le gonnelle ma non gliene va bene una.
Nella Locanda dell’Opera – Nel nostro Pasticcio fa… il Don Giovanni. All’inizio fa la corte a Violetta Valery (che non sembra apprezzare), poi si guarda intorno, cercando la giusta conquista da aggiungere al famoso Catalogo.
Figaro – protagonista del Barbiere di Siviglia:
Nell’originale - Barbiere, cerusico, faccendiere e tant’altro, Figaro è il cosiddetto prezzemolo di ogni minestra: non ci sono matrimoni se non fa lui da tramite, non si fanno affari se non c’è lui a concordare la stretta di mano.
Nella Locanda dell’Opera – Il nostro Figaro è un andaluso, si aggira con la chitarra e ogni tanto dà sfoggio di Cante Flamenco. E’ anche il braccio destro del fantomatico impresario, quello che dovrebbe ingaggiare i cantanti per l’altrettanta fantomatica nuova opera.
Rigoletto – dall’opera omonima di Verdi.
Nell’originale – Ci sono pochi personaggi del mondo lirico che hanno un destino più tragico di Rigoletto: è un giullare deforme che, per contratto, deve crudelmente farsi beffe degli ospiti del Duca di Mantova. La sua lingua velenosa gli attrarrà la maledizione.
Nella Locanda dell’Opera – Un Pasticcio non può far altro che scambiare la maschera della tragedia con quella della commedia: quindi, Rigoletto diventa il cuoco della Locanda e, ossessionato dal Duca di Mantova, lo vede in ogni tenore che si fa bello con qualche fanciulla; ne fa le spese il povero Conte Danilo.
Germont padre – dalla Traviata,
Nell’originale – Giorgio Germont è l’emblema di una borghesia di ristrette vedute che, pur pensando di far bene, giudica, condanna e infine distrugge la vita di chi viene reputato un peccatore.
Nella Locanda dell’Opera – Anche per Germont si applica lo specchio deformante della satira. Provenzale e provinciale, è abbigliato con colori male assortiti e ha modi volgarotti. Ostile a chiunque mostra felicità e disinvoltura, censura e catechizza tutti quelli che gli capitano a tiro.
Il Locandiere – oste, macchiettista e spirito teatrale.
Il Locandiere è il personaggio originale dell’opera: dapprima semplice oste della locanda, destinatario delle lettere dell’immaginario impresario, lentamente si mostra per quello che è, uno Spirito Teatrale che, citando Pirandello, spiega ai cantanti e al pubblico che il teatro d’opera è tutto un credere, illudersi, immaginare. E' un attore ma, a un certo punto dell'opera, canta una Macchietta un po’ alla maniera di Petrolini.